Tuesday, March 29, 2011

Perdere un volo

Perdere un volo. Perdere un volo deve essere seccante. Si decisamente seccante, hai i tuoi piani pronti, qualcuno che ti aspetta, un altro mezzo da prendere, molte ore di viaggio e non vorresti certo avere alcun intoppo. Magari stai tornando a casa dagli Stati Uniti, pochi giorni prima di Natale, e’ tanto che non vedi la famiglia e non ci starebbe proprio un volo ritardato che ti fa perdere la coincidenza. Magari stai andando a presentare il progetto vincente davanti ad una giuria internazionale a Londra e la tua assenza verrebbe interpretata come un ritiro dalla competizione. Magari hai gia’ pagato il corso in un atelier parigino e, a causa di qualche nube tossica di non ben precisata origine, ti salta il volo: quattro giorni di ritardo senza poter fare altrimenti.

Ma quando ti chiama un amico e senti che gioisce perche’ gli hanno cancellato il volo con partenza da Lisbona alle tre pomeridiane di un martedi’ di primavera, ti viene da pensare che perdere un volo non dev’essere poi cosi’ tanto male. Probabilmente glielo ritarderanno solo un paio d’ore, lui perdera’ pure l’autobus che lo avrebbe portato a casa, ma non gli importa, potete vedervi una volta in piu’ e questo e’ abbastanza.


Sara’ una questione di caso, coincidenze, casualita’, chiamatela come volete, ma secondo me esiste un’energia dentro alle persone e questa puo’ fare molto. L’ho intuita prima di salutarlo. Certo, questa energia non potra’ spostare l’orario di partenza di un aereo, ma e’ capace, sicuramente, di emanare buone vibrazioni, boa onda. Capti quel quid: e’ come quando hai la sensazione che potresti tagliare a fette la tensione che aleggia nell’aria viziata nella sala di un cinema di periferia dove stanno proiettando l’ultimo spettacolo di una pellicola horror.

L’energia e le emozioni si sentono e cio’ che si sente e’ basato su delle percezioni. Questo sensimo, pero’, secondo me, si allontana da un livello materialista: imbevuto di empirismo come sono, do ragione alla massima “Nihil est in intellectu, quod non prius fuerit in sensu”, ma vedo l’energia come qualcosa di percepibile non solo attraverso l’esperienza empirica, la vedo come un’ emozione che passa attraverso i sensi e viene elaborata dall’intelletto in un movimento razionale, ma va oltre sia all’empirismo, poiche’ e’ complessa e soggettiva, che all’intelletto, in quanto essenzialmente irrazionale. Per questo credo l’energia abbia una forza enorme: passa dai sensi, arriva all’intelletto ma si sublima da entrambi. Scusate, ogni tanto mi faccio qualche volo pindarico...

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