Beh, Gran Canaria di per se' e' un'isola turistica, poi quando scegli di andare a Playa del Ingles in un bungalow con piscina attaccato al centro commerciale con tutte le attrazioni possibili e immaginabili (prostitute incluse), diciamo che non stai facendo proprio del turismo alternativo. Ma volendo del sole a Marzo e magari anche della gente con cui fare un po' di casino, e disponendo di un budget limitato questo era il posto più' esotico che la Ryanair ci offriva.
Dopo due giorni di mare e sole, ci si lancia in una seratona con tanto di sbornia al Pacha, divertimento preconfezionato per turisti Nord europei repressi, si va a letto alle sei, ci si alza dal mal di testa alle undici e si decide di andare a visitare Las Palmas, la capitale dell'isola. Casermoni degni di un passato sovietico alla nostra sinistra, petroliere e porto industriale sulla destra. L'accoglienza, dobbiamo riconoscere, non e' delle migliori. Ma proseguiamo fino a La Isleta, un promontorio verso Nord.
Ed e' li' che rinascono le emozioni. In un quartiere popolare, un po' brutto e trasandato ma squisitamente bello nella sua semplicita'. Emozioni andate in letargo con l'irreggimentazione londinese. Fermiamo la macchina, birretta al bazar gestito dalla madre dei figli che stanno giocando a pallone fuori, la signora del piano di sopra si sporge per controllare questi stranieri entrati nella quiete del quartiere, e la gente comincia a parlare con noi e a consigliarci dove andare a mangiare. Urla, scherza e sorride. E' viva. E ci viene da piangere. Seduti in un marciapiede bollente dal sole, sorseggiando una Tropical gelata, piangiamo osservando quanto l'irregolarita' che caratterizza quelle casupole a tinte pastello sia perfetta. Quanto quella gente sia vera.
Aure, sottolineando la frase con un'espressione degna di un nobile inglese, osserva: "Li mortacci, a Londra non sentivo più' le emozioni". E' questo il nostro posto. A contatto con la gente. Londra ci ha resi persone putride dentro, le cui maggiori soddisfazioni nella vita sono fare il gradasso con gli amici e accumulare stipendi esorbitanti. Un'esperienza formativa inestimabile. Ma non e' questo che andiamo cercando. Noi scegliamo la vita. Vado a celebrare il tutto con Aure, Maria, Marjia e degli spaghetti allo scoglio.
Parole più che condivise. Anche l'Olanda, quanto a emozioni, offre proprio poco. Che bello sentire il cuore scaldarsi ancora, però! E saper perdersi nella poesia delle cose quotidiane..
ReplyDeleteDal punto di vista formativo Delft è un'esperienza davvero intensa, piena di influenze e ispirazioni diverse, sono circondata da persone entusiaste e motivate.. ma sentire il cuore riempirsi, e una forza che spinge contro lo sterno come se non riuscissi a contenere tutte quelle emozioni.. ecco, è qualcosa che non si può insegnare, e che in Olanda è difficile provare.
Grandi ragazzi, un abbraccio enorme ad entrambi.
Anna Pesta
Un abbraccio anche a te Anna. E' bello sapere che condividi queste emozioni. A presto!
ReplyDeleteAlla fine anche tu hai provato un po' il famoso "clima canario". Il quartiere della Isleta è famoso per la sua gente, discendente dei primi lavoratori del Puerto de La Luz, sempre festaiola e cordiale. Ho un buon ricordo di quel quartiere, anche se è uno dei più insicuri della città; una volta sono stato sfiorato da un bicchiere di vetro lanciato da un ragazzo del quartiere (il perchè non lo so nemmeno io). Per quel che riguarda il famoso lungomare d'accordo, è soggettivo, però io lo considero il più bello del mondo... se tu fossi andato al campus universitario di Tafira, che sorge su una collina a sud di Las Palmas, ne comprenderesti il motivo. Complimenti per l'articolo, buon proseguimento in quel di Londra!
ReplyDeletePaguz