Friday, November 15, 2013

Sfide


Lui era li' pronto. Pantalone estivo casual, camicia e giacca a vento che poco si intonava con il resto dell'abbigliamento. Viso pulito, un mezzo sorriso che trasmetteva serenita', gli occhi persi nel vuoto concentrati su qualcosa di a me ignoto. Cosa stava pensando? Per dove stava partendo? Si avvicina al check-in 258, consegna il passaporto alla signorina il cui abbondante trucco non riesce a celare una notte passata insonne nel caldo del suo piumino. Le sorride cordialmente. Deve aver fatto una battuta o, meglio, un complimento perche' lei ricambia, lusingata da quella frivola attenzione che abitualmente non riceve dai viaggiatori. Il peso eccessivo della valigia non la preoccupa, stampa la carta d'imbarco e gli augura un buon viaggio con una voce calda e cordiale.

Tuesday, July 23, 2013

Semplicemente bella


Era da molto che non mi capitava una cosa cosi’ intensa. Per tornare dall’isola di Ngor verso la citta’ di Dakar si prende una piroga multicolore che imbarca acqua, ma nessuno sembra preoccuparsene eccessivamente. Di certo non si affondera’ nei cinquecento metri di tragitto. Le nuvole all’orizzonte spezzano la linearita’ dei raggi solari creando sfumature di colore da quadro di Monet. Ormai e’ quasi l’ora della rottura del Ramadan, le spiaggie gia’ poco popolate si svuotano e la gente si rifornisce di cibarie per saziarsi prima della preghiera. Domenica sta finendo e un’altra settimana di lavoro e’ li’ in attesa. Ma cio’ non mi da’ noia, il lavoro mi piace, cosi’ come questo paese.

Ed ecco qualcosa di inatesso e ordinariamente straordinario succede. Stiamo partendo quando una giovane coppia si avvicina alla piroga gia’ in movimento. Lui smilzo europeo appena approdato nella trentina e lei sudamericana dai dolci tratti con in braccio una creaturina di poco piu’ di tre mesi. Lei sale sulla piroga traballante con una sicurezza che solo una madre puo’ dare. E viene a sedersi davanti a me, leggermente a sinistra della linea che va tra il mio sguardo e il sole basso all’orizzonte. Lui si posiziona alla mia destra e la piroga parte per i tre minuti di traversata che per me sono durati un’eternita’.

Sunday, June 2, 2013

Irrefrenabile desiderio


La ricerca e’ un male? E’ una voglia che non si spegne mai. Potra’ crearci un problema? Bisogna riempire questa vita con qualcosa. Cosa restera’ immutato, cosa diventera’ il fulcro della nostra vita? La ricerca, soprattutto se filosofica, e’ un’arte che complica il semplice e semplifica il nulla. La confusione pervade la nostra mente, l’insoddisfazione si mischia all’ambizione, non si distingue piu’ quel confine gia’ labile tra tendenza cronica al miglioramento e incapacita’ di apprezzare il qui e ora. E’ una sorta di persecuzione, una condanna, una febbre che alcuna medicina puo’ guarire. Diventa una droga, senza la quale non possiamo stare bene, in quanto quelle sensazioni che essa ti fa provare sono ben lungi comparabili alla situazione di ordinaria mediocrita’ che altrimenti si impossesserebbe di te.

Thursday, April 25, 2013

Che sensazione di leggera follia


“Un lavoro? Ma ti rendi conto di che cosa mi stai chiedendo? Parli di lavoro come se stessi parlando di caramelle o spritz. C'e' crisi, lo sai? Hai mai sentito parlarne? Si si, continua a citarmi la Costituzione italiana, continua a ripetere che hai due lauree, continua a raccontarmi di quanti corsi di formazione hai fatto. Che me ne faccio? Si mangiano i tuoi pezzi di carta? Io, ai miei tempi, ho cominciato a lavorare subito dopo la terza media, mi sono rimboccato le maniche, non avevamo mica tempo per andare a studiare, noi. Non come voi, letterati nullafacenti che vi fate chiamare dottori. Che cosa sai fare, veramente?”

“Innanzitutto vorrei ringraziarla per la sua schiettezza, non e’ facile trovare persone cosi’ sincere di questi tempi. Successivamente vorrei evidenziare il fatto che tutto il mio percorso formativo e’ stato orientato verso questo settore e che la figura professionale che la vostra azienda sta cercando sembra proprio adatta al mio profilo. Beninteso, non ho di certo la presunzione di considerarmi esperto, c’e’ tanto da imparare da gente come lei che in questo campo vanta cosi’ tanti successi, ma la mia predisposizione all’apprendere ben si confa’ ad una posizione dinamica e proattiva come quella nell’annuncio.”

Tuesday, March 5, 2013

La grande inchiappettata... non un post sui gay!

E' arrivata l'ora dell'inchiappettata. L'aspettavo da un po': mi ero preparato psicologicamente - leggendo storie assai ciniche di cooperanti rassegnati, fisicamente - ormai ho cominciato a digerire senza problemi le pietanze locali, e professionalmente - cosi' tante sono le cose imparate in tre settimane che pensavo di poterla ovviare. Eppure mi ha preso di sorpresa, mi ha spiazzato emotivamente, mi ha fatto imprecare contro questo porco mondo. O forse non sono stato mai abbastanza cinico da prepararmi adeguatamente all'arrivo di questa consapevolezza.

Dopo un mese di permanenza in quello che e' uno dei piu' avanzati stati sub-sahariani, ovvero il Senegal, in una delle piu' belle regioni, la Casamance, e' arrivato il momento di fare un primo piccolo bilancio (peccato che qui i concetti di "bilancio" e "trasparenza" qui non vadano molto di moda). Il primo impatto e' stato molto meno intenso delle aspettative. Caldo e baracche, bambini col moccolo e muezzin urlanti, taxi con il parabrezza cosi' crepato da sembrare la tana di Spiderman e mille Piaggio Ciao che pare di essere tornati agli anni ottanta, non mi hanno sorpreso piu' di tanto. 

Thursday, February 14, 2013

Regarde, c'est le toubab!

Svegliarsi presto per godersi il fresco dei 19 gradi mattutini e' una cosa molto piacevole. Svegliarsi alle 5 perche' il muezzin dietro casa ha dato via alla ṣalāt al-ṣubḥ (preghiera dell'alba) ti sconquassa mentalmente. Per fortuna le due rak'a non durano piu' di mezz'ora in totale, quindi puoi tornare a letto per un altro paio di ore per poi svegliarti con la voglia di salvare il mondo.

Ma sta voglia conta ben poco. (Attenzione, queste sono prime percezioni e vanno prese come tali!) L'utopia si scontra con la realta' dei fatti. La gente vive per strada. Tra le pecore, le galline e qualche pulcino denutrito (mio nonno sarebbe cosi' scosso nel vederlo!). Tra mille borse di plastica, dei pneumatici e taxisti/stuntmen. Che cacchio vuole sta gente? O meglio, chi ha chiesto il mio aiuto? E soprattutto, per fare cosa? Applicare modelli di sviluppo preconfezionati?