Scendo dall’almendron, e prendo calle 26 nel Vedado, dirigendomi verso casa. Il
non piu’ giovane, quello dall’eta’ indefinibile, dai lineamenti marcati,
dall’aspetto ebbro, che indipendentemente dall’ora del giorno e’ sudicio, seduto
su una sedia traballante e tiene in mano un tetrapak di apparente succo, succo
un po’ alcolico dal fetore che gli aleggia attorno, si, aleggia attorno a lui,
al non ancora vecchio, che scandisce le sue giornate sul marciapiede a ritmo di
rum di pessima qualita’, non a caso chiamato metralla: lui non ci azzecca un cacchio con la storia, ma e’ parte
del panorama caratterizzante la via. Se non ci fosse, ti verrebbe il dubbio di
essere a L’Avana.
Salgo 26, dicevamo, avvicinandomi ad un
carretto di verdure che staziona anche lui sul marciapiede, sperando di vendere
le banane, manghi, avocado, cipolle e quant’altro agli ultimi lavoratori che
ritornano a casa all’imbrunire. Sul lato opposto della strada, una coppia di
ragazze va nella mia direzione opposta. Una, in particolare, sfoggia uno short
generoso che risalta la bellezza delle sue gambe e lascia poco
all’immaginazione sulla forma del suo sedere. Mi giro, seguendo la mia strada,
e vedo un macho appoggiato al
carretto. L’uomo in questione non grida “gelati!”, ma si sta letteralmente rimenando
il suo affare, osservando la sopracitata eccitante coscia lunga.
Alza lo sguardo e, con un mugugno animalesco,
chiama la sua attenzione: “Oye mami, mira
pa’ ca’!”, dice, mostrandogli il profilo del suo pene che nel frattempo
aveva notevolmente aumentato di dimensioni. Lei risponde con uno sguardo di
sdegno, e si gira dall’altro lato. Lui, probabilmente non contento della
reazione o forse eccitato dalla stessa, le grida: “Esta te la voy a meter por el culo! Me oyes? Te ma voy a meter!”.
Siparietto quotidiano. Al di la’ dell’apprezzare o meno lo stile di rimorchio
tipo video porno indicizzato nella categoria Rough Sex, la scena mi ha fatto riflettere alquanto. Ad un mondo
dove la sessualita’ e’ ancora un grattacapo.
Abbasso il tono, per non offendere la
sensibilita’ di qualcuno: il sesso e’ figo! La questione e’ che ancora non
abbiamo imparato a relazionarci con esso. Per rimorchiare lui deve essere macho, senza paura, un po’ cafone. E lei
deve essere provocante, sottomessa, e quasi concedersi controvoglia. E questo
compromette la spontaneita’ e la bellezza intrinseca dell’atto: l’uomo
cacciatore e la donna raccoglitrice. Tendenzialmente una raccoglitrice dai
gusti difficili. Anche perche’ se non ha i gusti difficili e’ troia. E quindi
preferisce pistacchio quando c’e’ solo banana.
L’utilizzo della violenza nell’approccio
dell’uomo al sesso solo riduce la sua probabilita’ di riuscita. Il sesso piace
alla donna e all’uomo, in maniere diverse, per entrambi, ma entrambi godono: a
chi piace dolce, violento, erotico, rutinario, sadomaso, rapido, strano,
frequente, lento, raro, fetido, tranquillo, pulito, avvincente, e in mille
altre maniere. Che sia uomo o donna. Eterosessuale, omosessuale, transessuale,
qualsiasi categoria. Metterla sul piano dell’animalesca soggezione puo’
piacere, ma non a tutti: non e’ l’elisir del godimento. Uomo meno violento e donna meno remissiva puo' stimolare una
relazione piu’ paritaria e, dunque, a mio modesto avviso, sesso piu’ libero.
Dove si fa’ di tutto per il gusto dell’atto e non per il gusto di dominare
fuori delle lenzuola (o lavatrice, o tavolo, o divano, o macchina... che sia).