Tuesday, September 20, 2016

Yordan, l'almendrón e le tentazioni

Le fievoli luci dell'Avana di notte mi rilassano. Il traffico, fenomeno raro già durante il giorno, è inesistente. L'atmosfera è ferma nel tempo: la maggior parte delle macchine in circolazione è di produzione americana degli anni 50, o di origine russa degli anni 80. Molte si fermano d'improvviso, non appena i deboli fari riescono ad illuminare delle mani che sporgono dal marciapiede segnalando la ricerca di un taxi. Lavoratori e lavoratrici del sesso confondono i tassisti con gesti simili, e molti di noi ci cadono, investendo i guadagni di una serata in effimere parvenze d'affetto.

Io, come ogni notte, cerco di guadagnarmi il pane o, visto che siamo a Cuba, il riso con i fagioli. E un po' di maiale, perché no. Dall'Avana Vecchia, passo per Centro Avana, percorro tutta 23 fino al ponte sull'Almendares, dritto per Marianao, con destinazione La Lisa. E viceversa. Itinerario fisso, taxi collettivo, 10 pesos cubani a corsa, raccogliendo e lasciando clienti nel cammino. Poi, chiaro, se becco qualche turista o nuovo ricco che vuole un taxi diretto, li porto dove vogliono, e lì si che ci faccio la cresta. Son già due anni che faccio il botero con il mio Chevrolet del 53, motore diesel Toyota del 1993, cilindro di 95 millimetri, e ormai riconosco a chi posso spillare un dollaro in più. 

Non ne sapevo niente di meccanica quando ho cominciato, ma ho dovuto arrangiarmi come ogni buon cubano: far andare la macchina è questione di esperienza e un po' di realismo magico. Laureato in meteorologia, come ogni buon universitario che riconosce l'investimento fatto su di lui dallo stato, ho trascorso i due anni obbligatori di lavoro di utilità sociale all'aeroporto nazionale, elaborando le previsioni del tempo per tutti gli aeroporti del paese per 23 dollari al mese. Quando ho cominciato a non frequentare più gli incontri del Partito, ai quali ogni buon lavoratore partecipa, nel mio dossier sono apparse lamentele sulla mia condotta professionale. Così ho deciso di lasciare la Gioventù Comunista, di cui facevo parte dai miei 14 anni come ogni buon giovanotto, licenziarmi dall'aeroporto e dedicarmi al trasporto di passeggeri. 

La macchina, o l'almendrón come viene chiamato affettuosamente dai cubani per la sua forma a mandorla, non è mia, naturalmente. Un macchina così costa minimo 14 mila dollari. Devo dare 60 dollari giornalieri d'affitto al proprietario, tutto il resto va a me. Il proprietario mica vive a Cuba, naturalmente, sta a Miami. Io riesco a racimolare 250/300 dollari al mese, il triplo di un medico chirurgo, vivendomela alla grande nel cinquantottesimo anno della Rivoluzione. Non ho la licenza di taxi, naturalmente, quindi devo sta attento alla Polizia ed essere pronto a dare qualche contribuzione volontaria di tanto in tanto. Tutto nel nome dell'efficienza e l'altruismo della Rivoluzione, naturalmente. 

Il problema è che ho quasi trent'anni. E se faccio due conti, il tempo non mi basta. Mi servono almeno 9/10 anni per mettere da parte quei 7/8 mila dollari necessari per comprarmi un appartamento decente, da pagare in nero in contanti o su un conto in Spagna, perché il valore catastale della casa qui è di 300 dollari. Poi devo ristrutturare e adattare le 2 stanze alle mie necessità. Se continuo a botear tutte le notti senza sosta, ai 40 posso pensare di aver dei figli. Però, tra un cliente e l'altro, sento che sono fatto per fare qualcosa di più che il semplice autista. Ho delle capacità che sento di non sfruttare al massimo.

L'unica speranza di cambiamento è andarmene prima che sia troppo tardi. Sto cercando qualcuno, preferibilmente una donna europea o canadese, che possa sposarmi. Ci mettiamo d'accordo sul prezzo, sta con me giusto il tempo per poter aver la residenza e lavorare ed è fatta. O sennò, applico per un visto in qualsiasi paese dell'America latina che me lo possa concedere, ci vado e da lì rimonto piano piano fino agli Stati Uniti...  una ragazza mi ferma su 23 all''incrocio con 18. Alta, mulatta con un seno prosperoso e occhi da gatta, avrà poco più di vent'anni. Sa da profumo economico, di quelli che imitano le grandi marche. Va al Bolabana, uno dei locali top di reggaeton della notte capitalina, e mi chiede se l'accompagno. Arriviamo, parcheggio, entriamo e ci prendiamo due rum. E poi altri due. I  problemi aspetteranno domani. La unica esperanza es en el siguiente trago.

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